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Emergenza Coronavirus - Vademecum per Sedute in Studio e/o Online?

A seguito dell'emergenza sanitaria in corso, le sedute di consulenza e psicoterapia possono essere svolte online e/o in studio.  In studio gli appuntamenti verranno programmati in maniera scaglionata per evitare incontri fra pazienti. Verranno inseriti 30 minuti di intervallo tra una seduta e l'altra per garantire sanificazione delle superfici e idonea areazione. Chiedo massima puntualità, di presentarsi ove possibile senza accompagnatori, di indossare idonea mascherina chirurgica, di igienizzare le mani appena arrivati in studio. A mia volta, indosserò idonei dispositivi di protezione e manterrò la distanza di sicurezza. Durante la seduta le poltrone verranno poste ad una distanza di almeno 1mt tra loro. In un momento così delicato, abbiamo tutti il dovere di essere responsabili senza per questo frenare o arrestare la tutela del benessere psicologico.

 

Quando riceve?

Ricevo, previo appuntamento, dal lunedì al venerdì dalle 14:00 alle 20:00, il sabato mattina dalle 9:00 alle 13:00 e il sabato pomeriggio dalle 14 alle 18:00. 

 

Quanto dura una seduta?

Ogni seduta di consulenza psicologica o di psicoterapia dura 60 minuti, comprendendo anche il tempo necessario per adempimenti burocratici e organizzativi (pagamento della seduta, presa visione e firma del consenso informato, calendarizzazione dell’appuntamento successivo).

Durante il primo incontro tendo ad abbandonare questa rigidità di setting e concedere qualche minuto in più al fine di presentarmi professionalmente e raccogliere tutte le informazioni necessarie per la definizione del percorso da intraprendere.

 

Ogni quanto ci si deve incontrare?

La frequenza migliore all’inizio di un percorso terapeutico, sia esso individuale, di coppia o familiare, è di una volta a settimana.

Questo intervallo temporale permette di avere il tempo di riflettere su quanto accaduto nella seduta precedente e nello stesso tempo garantire una continuità di lavoro indispensabile per attivare processi di cambiamento.

In virtù della flessibilità che a mio avviso il terapeuta deve avere nell’accostarsi ai singoli casi, è possibile prendere in considerazione altre soluzioni (quali ad esempio una volta ogni due settimane) ma, generalmente tendo a scoraggiare soluzioni di questo tipo.

Solo in prossimità della fine di un percorso prevedo di diradare gli incontri ad una cadenza quindicinale e, se opportuno, mensile.

 

Se si arriva in ritardo che succede?

Ogni persona ha un suo spazio in termini di luogo e tempo. I suoi 60 minuti non iniziano dal momento in cui accede allo studio, ma dall’ora esatta dell’appuntamento. Eventuali piccoli ritardi conseguenti a imprevisti, ove possibile, saranno recuperati.

Al fine di evitare incontri tra persone che si rivolgono a me, nel rispetto della loro privacy, tendo a distanziare adeguatamente gli orari dei vari appuntamenti. Garantire la puntualità è dunque un gesto di rispetto verso il professionista, verso sè stessi e verso gli altri.

 

Se si arriva in anticipo che succede?

Qualora si arrivi in anticipo, occorrerà aspettare fuori o in sala di attesa fino all’orario prestabilito.

 

Entro quanto tempo è possibile annullare l’appuntamento?

In caso di sopravvenuta impossibilità di rispettare l’appuntamento concordato, chiedo di darmene notizia almeno 24 ore prima, al fine di trovare insieme un altro spazio all’interno della stessa settimana. Diversamente verrà comunque corrisposto il costo della seduta.

 

Quanto deve durare un percorso terapeutico per potersi definire efficace?

E’ una domanda a cui sarebbe inopportuno rispondere in modo semplicistico dato che la durata di un percorso terapeutico non è mai standardizzabile. Così come ogni essere umano è unico e irripetibile, allo stesso modo ritengo sia unico e irripetibile il suo percorso terapeutico e dunque, anche la sua durata. Essa può dipendere da molteplici fattori come ad esempio le aspettative di partenza, gli obbiettivi prefissati, il grado di motivazione al cambiamento e al raggiungimento del benessere, il livello di sofferenza, le resistenze di tipo economico ecc.

Spesso il vizio che risiede in domande di questo tipo è legato al convincimento, errato, che un percorso terapeutico debba mirare alla sola rimozione del sintomo. In verità l’obbiettivo principe di un percorso terapeutico deve essere la crescita personale e il raggiungimento di un proprio benessere che sia sostenibile psicologicamente nel tempo e in sintonia con la propria personalità e la propria storia. Diversamente, il rischio che si corre è che un sintomo eliminato nel presente, possa manifestarsi nuovamente in futuro sotto una nuova veste.

In linea generale la psicoterapia può durare da alcuni mesi ad alcuni anni.  Solo nel caso di consulenze legate a problemi più circoscritti aventi l’obbiettivo di ricevere una guida rispetto a determinati temi di vita (la gestione dei capricci dei figli, la gestione del conflitto genitore-figlio in adolescenza, la gestione di un nuovo ingresso in contesto domestico ecc.) è possibile prevedere una durata limitata a una o poche sedute, dato che manca l’intenzione esplicita di svolgere un lavoro su di sé.  

 

Se si sceglie di interrompere un percorso, è possibile incontrarsi nuovamente in futuro?

Un percorso terapeutico non deve essere vissuto come un vincolo ma come una opportunità. Ogni persona, infatti, in qualsiasi momento può scegliere di interrompere il rapporto professionale.

E’ tuttavia preferibile e consigliabile svolgere una seduta di chiusura per fare insieme il punto rispetto a quanto maturato e seminato.

Una volta terminato il percorso, ci si potrà vedere in futuro ogni qual volta se ne senta la necessità.

 

Quando bisogna pagare la seduta?

Il pagamento deve avvenire a fine di ogni seduta e può essere effettuato in contanti, bonifico o bancomat. Trattandosi di spese sanitarie, è possibile detrarne il 19% a condizione che il pagamento sia tracciabile. Considerato questo aspetto, resta al contribuente la libera scelta su come effettuare il pagamento.