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La vita adulta si estende dalla fine dell’adolescenza all’età senile e può essere suddivisa in due ampi periodi: dai 20 ai 45 anni si parla di “fase del giovane adulto” o “prima età adulta”; dai 45 anni ai 65 anni in si parla di “età di mezzo” o "seconda età adulta”.
La prima età adulta (20-45 anni) convenzionalmente rappresenta il periodo delle grandi scelte e di rilevanti cambiamenti a livello sociale. Ai fini del proprio benessere diventa importante raggiungere una stabilità cognitiva, affettiva e professionale ma, soprattutto, diviene fondamentale raggiungere una sana autonomia psicologica rispetto alle figure adulte di riiferimento al fine di favorire la costruzione di un sè autentico.
La seconda età adulta (45-65 anni) convenzionalmente è caratterizzata da maggiori responsabilità e notevoli cambiamenti nella gestione del tempo e dei rapporti con gli altri (partner, figli, genitori etc). Può verificarsi un maggiore ripiegamento verso la propria interiorità funzionale ad affrontare le progressive evoluzioni che la senilità comporterà.
E’ evidente come questa lunga fase della vita determini modificazioni fisiche, psicologiche e sociali di particolare importanza che possono risolversi favorevolmente o essere accompagnate da difficoltà, disagi o disturbi. Molteplici sono i rischi psicologici sottesi all’attraversamento dell’età adulta quali incapacità di individuarsi, incapacità a seprararsi, stagnazione del proprio potenziale di sviluppo, eccessiva preoccupazione per la salute e per l’avanzare del tempo etc.
Per non perdere il proprio benessere e il controllo sul proprio progetto di vita può servire il confronto con un professionista così come, nei casi di disagi o disturbi più strutturati, un percorso psicoterapeutico.
Con gli adulti, mi occupo di:
Il viandante sul mare di nebbia – C.D. Friedrich